I Karo
Sulla sponda orientale del fiume Omo, su una scenografica terrazza naturale, ci sono i villaggi dell’etnia Karo.
Fino a pochi anni fa i Karo dominavano entrambe le sponde del fiume Omo.
L’etnia Nyangatom, armati di Kalashnikov, hanno confinato, sulla sponda orientale, i Karo, che si sono difesi solo con le lance e gli archi.
I Karo si dipingono il corpo ed il volto con ocra, gesso bianco, polvere rossa di ferro e brace nera di carbone.
Le donne si adornano con fiori, piume, perline, bracciali di semplice fattura e si acconciano le teste con pannocchie di mais o foglie d’erba. Molte si trafiggono il mento con un chiodo o un bastoncino di legno. Altre ottengono scarificazioni addominali facendo gonfiare le incisioni della pelle con impacchi di acqua e cenere.
Oggi le donne si vedono costrette a sostituire, con pitture corporali, molti dei raffinati oggetti ornamentali che orgogliosamente indossavano un tempo.
Le incisioni sulla pelle, negli uomini, indicano l’uccisione di un nemico o di un animale pericoloso. Un numero maggiore di linee, rivela i tanti nemici uccisi.
I villaggi dei Karo sono protetti perimetralmente da recinti in legno, al centro vi sono capanne e piccole palafitte che contengono i cereali, la base della loro povera alimentazione.
Questo è un popolo che sta lentamente scomparendo, infatti soltanto poche centinaia di persone sopravvivono in alcuni desolati villaggi lungo le sponde del fiume.
La spettacolare vista del fiume che scorre lento e maestoso al di sotto dei villaggi, trasmette un’aria di pace e di serenità incredibili.
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