Lo storico spostamento dei templi di Abu Simbel
Una sfida architettonica e ingegneristica unica nel suo genere alla quale hanno preso parte alcune delle migliori aziende di costruzione al mondo.
Tutto questo è stato il salvataggio dei templi di Ramses II ad Abu Simbel, in Egitto, messi a rischio dalla costruzione della diga di Assuan, il cui invaso li avrebbe sommersi per sempre, cancellando migliaia di anni di storia.
La sfida è delle più complesse: i due templi pesano rispettivamente 265.000 e 55.000 tonnellate e nessuno, fino ad allora, è mai stato chiamato a realizzare un’operazione di questo genere.
Viene scelto un progetto presentato da un consorzio europeo che prevede la segmentazione dei templi e delle sculture in blocchi, il loro smontaggio e il successivo rimontaggio sopra una collina artificiale.
I lavori per la messa in sicurezza dei templi seguono tre fasi.
Nella prima fase viene realizzata una diga di sbarramento lunga 370 metri e alta 25 metri per proteggere l’area dall’innalzamento delle acque del Nilo.
Poi si passa alla seconda, che prevede lo smantellamento dei templi.
Inizia la parte più delicata dei lavori perché i blocchi che compongono i templi, fatti di sabbia e roccia, devono essere tagliati. Per farlo vengono chiamati gli specialisti tagliatori di marmo provenienti da Carrara.
Nel maggio del 1965 una gru solleva il primo masso dando inizio al lavoro di smantellamento mentre enormi camion trasportano pezzi dei templi nell’area scelta come deposito, 44mila metri quadrati dove vengono posizionate con cura le sezioni tagliate, ognuna delle quali viene nominata in modo da poter essere identificata nel momento del rimontaggio.
Nella terza fase entrano in gioco i geometri che garantiscono il perfetto posizionamento dei blocchi, un’operazione che in diversi casi richiede anche numerose ore. I blocchi vengono prima poggiati a terra dalle gru e poi spostati da macchinari idraulici fino a raggiungere l’esatta posizione. Una volta che anche l’ultimo pezzo dei templi torna al suo posto inizia un altro lavoro complesso: ricostruire l’ambiente circostante esattamente com’era quello originario. Viene così restaurata la roccia intorno alle facciate e vengono create le colline artificiali.
Al termine dei lavori, dopo circa cinque anni dal loro inizio, i due templi tornano all’antico splendore, con la differenza che si trovano 280 metri più all’interno e 65 metri più in alto rispetto a prima.
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