In Senegal ...
… quando si pescava con le piroghe e c’era grande abbondanza di pesce.
Nel corso di questo viaggio sono entrato in contatto con una realtà molto interessante: quella dei pescatori.
A Guet-Ndar, su una lingua di sabbia larga 150 metri e lunga non più di 2 Km, è concentrato tutto il mondo dei pescatori locali.
I suoi abitanti non hanno bisogno di tanta terra per vivere, in quanto è il mare che provvede a tutto ciò di cui necessitano.
Perfino le case sono fatte di sabbia e conchiglie tritate.
In questo villaggio tutti vivono di pesca.
Ogni mattina più di 200 piroghe escono e fanno ritorno nel pomeriggio.
Il pesce, portato a riva e gettato sulla sabbia, come da tempo immemorabile, serve per nutrire le famiglie del villaggio.
Il pesce che non viene consumato subito è la materia prima per tante donne che sono impegnate nella sua trasformazione.
Il pesce viene essiccato al sole, salato o affumicato.
Il Senegal, con oltre 600 chilometri di coste, vantava fino a pochi anni fa uno dei mari più pescosi del mondo e contribuiva ad arricchire la dieta della popolazione dell’interno del Senegal.
Oggi purtroppo con l’arrivo di grandi pescherecci oceanici degli europei, dei cinesi, dei giapponesi e dei coreani questa economia locale rischia di venire completamente stravolta.
Queste grosse imbarcazioni di giorno non si vedono perché stanno in mare aperto, ma di notte si avvicinano e buttano le loro reti sul limite delle 8 miglia.
L’enorme numero di queste barche crea in pratica una barriera con le reti e impedisce ai pesci di avvicinarsi alla costa.
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